Mentre il mondo è alle prese con la catastrofica crisi del covid-19 il redivivo presidente della Corea del Nord Kim, dato per disperso e ora riapparso, annuncia l’aumento delle armi nucleari e così di riflesso Trump pensa ad un test nucleare che gli Usa non fanno dal 1992.
La Corea del Nord, infatti, ha preso in esame le nuove politiche per aumentare deterrenza nucleare. Kim Jong-un ha presieduto e, non lo faceva da metà dicembre, un incontro della Commissione militare centrale del Partito dei Lavoratori per nuove politiche che siano in grado di aumentare la deterrenza nucleare del Paese e nello stesso tempo ha disposto che le forze armate siano in stato di allerta operativa per la costruzione e lo sviluppo delle forze armate del Paese.
Il suo primo pensiero, dopo lunga assenza dalla scena, è stato quello di mettere in moto in questa riunione importanti passaggi militari e misure organizzative e politiche per rafforzare nel complesso le forze armate. Secondo i canoni della propaganda dei regimi dittatoriali, Kim ha messo in evidenza l’importanza di realizzare la leadership monolitica del Partito che deve primeggiare sui militari.
Il dittatore poi ha firmato 7 “ordini” legati alle misure militari trattati e che sono protesi a consolidare la responsabilità e i ruoli delle principali istituzioni di formazione militare, organizzare il sistema di comando militare e promuovere il grado militare degli ufficiali al comando.
Poi Ri Pyong-chol, che ha un ruolo strategico ricoperto nello sviluppo degli armamenti del Nord, è stato eletto vicepresidente della Commissione militare centrale. Ecco come ha rivitalizzato la politica il leader della Corea del Nord dopo quei fatidici 20 giorni di assenza in cui si pensò anche ad un presunto precario stato di salute, fino ad ipotizzare addirittura la dipartita.
Ora non possiamo che metterci le mani nei capelli pensando alle reazioni Usa e alle tensioni che provocheranno queste nuove decisioni sulla scena internazionale.