Grande commozione anche oggi a Brescia, città duramente colpita dal coronavirus, nel rievocare quella tremenda strage di piazza della Loggia che avvenne il 28 maggio 1974 in occasione di una manifestazione indetta proprio per contrastare il terrorismo neofascista, che mesi prima si era reso protagonista di numerosi attentati.
Improvvisamente durante il comizio scoppiò un bomba nascosta in un cestino portarifiuti che venne fatta esplodere mentre era in corso il comizio. L’attentato provocò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102. In seguito ai vergognosi depistaggi che sono durati decenni sono stati condannati quali esecutori materiali Maurizio Tramonte (condannato in appello, in qualità di “fonte Tritone” dei Servizi Segreti Italiani), assieme due già detenuti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (il quale ha trasportato l’ordigno).
Una strage che aveva come mandante il dirigente del movimento fascista ordine nuovo Carlo Maria Maggi. Quello di Brescia è stato tra gli attentati più gravi della storia degli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti). Ai funerali delle vittime parteciparono, oltre alle massime cariche di Governo e dei partiti, circa mezzo milione di persone e la mobilitazione è stata davvero incredibile.
Oggi il presidente della Repubblica ha voluto rendere omaggio alle vittime con una dichiarazione molto toccante: “Le innocenti vite spezzate quella mattina del 28 maggio 1974, lo strazio dei familiari, il dolore dei feriti, l’oltraggio inferto a Brescia e all’intera comunità nazionale dai terroristi assassini sono parte della memoria indelebile della Repubblica. In questa giornata di anniversario si rinnovano i sentimenti di solidarietà di tutti gli italiani, e con essi desidero esprimere la mia vicinanza a coloro che più hanno sofferto e a tutti coloro che hanno contribuito negli anni a quella straordinaria reazione civile e democratica, che ha fatto fallire la strategia eversiva. Con l’attentato alla manifestazione antifascista organizzata dai sindacati, i terroristi volevano seminare paura per comprimere le libertà politiche. Una catena eversiva legava la strage di Piazza della Loggia ad altri tragici eventi di quegli anni: la democrazia è stata più forte e ha sconfitto chi voleva cancellarla. L’impegno di uomini dello Stato e il sostegno popolare hanno consentito di portare a compimento il percorso giudiziario. Particolare gratitudine va espressa all’Associazione dei Familiari delle vittime, la quale è riuscita sempre ad animare, anche in momenti difficili, memoria attiva, partecipazione responsabile, impegno per la verità”.
Sono passati 45 anni e il terrorismo nero è stato sconfitto anche se vi sono rigurgiti di intolleranza e di neo fascismo. Bisogna proprio per questo tenere desta la memoria appunto per evitare che queste follie criminali si possano ripetere mettendo a repentaglio la convivenza civile e le libertà democratiche.