Sovranisti di tutto il continente unitevi. Il grido accompagna queste giornate decisive per verificare l’esistenza dell’Europa come comunità e non giunge certamente inaspettato il diniego di Viktor Orban contro il Recovery Fund.
Il premier ungherese afferma che è “Assurdo e perverso finanziare i ricchi con i soldi dei poveri” e pone adesso in modo deciso l’Ungheria accanto ai paesi del nord che si dicono contrari al “Next Generation EU” formulato da Ursula Von Der Leyen. Ma naturalmente le motivazioni addotte dall’autocrate della democrazia illiberale sono diverse rispetto ai paesi “frugali” del Nord.
Orban si lamenta che all’Ungheria andrebbero solo 15 miliardi di cui 8,1 a fondo perduto e 6,9 in prestiti. Invece a paesi come Italia e Spagna rispettivamente 172 e 140 miliardi e persino alla Polonia 64 miliardi. Infatti quest’ultima Nazione non ha manifestato nessuna critica alla proposta, nonostante faccia parte dei paesi del patto di Visegrad. In tutti i paesi contrari c’è una mediazione per arrivare ad un intesa al più presto possibile. Quindi ora ad accendere il fuoco c’è anche il leader ungherese che potrebbe rientrare ed accodarsi con un aumento delle dotazioni in favore del paese magiaro.
Purtroppo la strada per un accordo unanime in Europa è lunga e frastagliata, anche se si professa ottimismo da più parti. L’incontro del 19 giugno potrà mettere le basi, ma si profetizza una possibile riuscita nel mese di luglio, mese che potrà vedere finalmente la nascita del, tanto discusso, “Next Generation Eu”.