AVRI Parma analizza il caso Pesci

La legge è uguale per tutti, o almeno così si dice. Dopo l’accusa di violenza sessuale ai danni di una giovane ragazza, a fare scalpore nella città di Parma è la revoca degli arresti domiciliari al noto imprenditore Federico Pesci, accusato di violenza e lesioni aggravate con la complicità del pusher nigeriano Wilson Ndu Aniyem, condannato invece a dover scontare la pena di 5 anni e 8 mesi. Per il Pesci rimesso in libertà solo una restrizione: non potrà avvicinarsi alla ragazza e nemmeno tentare di contattarla. Come Associazione nata per la tutela delle vittime, nella diretta effettuata in data sabato 6 giugno 2020 sulla nostra pagina Facebook, abbiamo intensamente analizzato il caso Pesci, senza tuttavia fare la parte dei giudici e degli avvocati. Ci siamo impegnati a prendere contatti con la ragazza in questione se possibile, offrendole tutto il nostro sostegno. Spetta a lei decidere se farsi avanti oppure no. Noi siamo solo la voce delle vittime, che troppo spesso vengono accusate o giudicate, o ancor peggio lasciate da sole nella solitudine e nel silenzio. In conclusione la cosa che ci rattrista di più è quando in casi come questo il pensiero comune è quello di dire semplicemente che la ragazza se la sia cercata. Stavolta è toccato a lei. La prossima volta potrebbe essere vostra moglie o vostra figlia. Provate a pensarci. Due anni fa per quella ragazza fu la notte degli orrori. A distanza di 2 anni lei continua a vivere lo stesso incubo. Grazie per l’attenzione.
Associazione Vittime Riunite d’Italia sezione di Parma:
Domenico Muollo, Nicola Comparato e Laura Rossi