I deputati europei valuteranno la situazione migratoria nel Mediterraneo centrale nel mezzo della pandemia con i rappresentanti delle istituzioni dell’UE e delle organizzazioni internazionali.
Il Comitato per le libertà civili ha seguito da vicino gli sviluppi nell’area, dopo che sia Malta che l’Italia, nonché la Libia, hanno dichiarato i loro porti non sicuri a causa del COVID-19. Ciò ha comportato il rifiuto dell’aiuto delle imbarcazioni in difficoltà e di episodi con centinaia di richiedenti asilo che hanno trascorso diverse settimane in navi che galleggiavano vicino al porto prima dello sbarco.
La Commissione europea, il servizio di azione esterna, l’UNHCR, la IOM e la ONG tedesca Sea Eye aggiorneranno i deputati con le ultime informazioni. Inoltre, si aspettano di ricevere i dettagli tanto attesi sul mandato e sulle attività della nuova operazione navale dell’UE IRINI, che il 1° aprile è succeduta all’operazione Sophia e il cui compito principale è garantire che l’embargo sulle armi imposto alla Libia dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è forzato.
Secondo l’UNHCR, dall’inizio dell’anno, 5.472 migranti e richiedenti asilo sono arrivati in Italia in barca e 1.694 a Malta. Nello stesso periodo, 7.697 persone hanno raggiunto la Spagna attraverso il Mediterraneo via mare e 10.076 hanno raggiunto la Grecia. Almeno 186 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee.