Beppe Grillo si è fatto sentire con il solito piglio sarcastico e ironico prendendo posizione contro Alessandro Di Battista che aveva proposto un’Assemblea Costituente dei pentastellati.
Dibba scalpita fuori dal Parlamento e aspira a ridiventare il protagonista principale della politica dei cinque stelle. Ripropone un manifesto programmatico in cui mette in evidenza l’anima anti sistema del movimento nel tentativo disperato di recuperare il consenso perduto.
Di Battista,infatti, propone: «Il M5S deve organizzare un congresso, un’assemblea costituente. Chiedo formalmente il prima possibile un’assemblea in cui tutte le anime possano costruire una loro agenda e vedremo chi vincerà». E lancia anche un messaggio a Conte cercando di stoppare le presunte aspirazioni del Presidente del Consiglio a divenire il nuovo leader e, quindi, gli fa sapere che se lui vuoi divenire il capo si iscriva al M5S e si presenti al Congresso. Ecco che ormai il movimento diventa finalmente Partito con linee diverse, con correnti alternative e con sensibilità differenti.
Ma Beppe Grillo, il fondatore non ci sta e così interviene con un post su twitter che non lascia adito a dubbi dicendo: «Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo, pensavo di aver visto tutto…ma ecco l’assemblea costituente delle anime del Movimento. Ci sono persone che hanno il senso del tempo come nel film Il giorno della marmotta». Una risposta da comico navigato che preannuncia uno scontro durissimo tra il padre e i figli (anche Di Maio sembra attratto da Dibba) che non è destinato a placarsi, anzi, già si delineano gli schieramenti con Dibba che replica subito dopo: «Oggi pomeriggio sono tornato in Tv. Ho fatto proposte e preso posizioni chiare. Si può legittimamente non essere d’accordo. Lo si dica chiaramente spiegando il perché».
Cosicché il vulcanico Di Battista ha espresso il suo punto di vista con le battaglie di bandiera dei cinque stelle prima maniera a cominciare dall’opportunità di attivare il fondo salva-Stati Ue, il Mes, per un prestito a costo zero da 36 miliardi destinato a finanziare la spesa sanitaria dopo il Covid. «Io sono contrario al Mes perché si aggancia a un vincolo esterno che non fa l’interesse nazionale, ma il vero problema è il Patto di Stabilità, va cambiato». Incalza poi sui temi caldi : «La situazione economica sarà peggiore del 2012, quando Grillo era però riuscito ad incanalare la rabbia sociale. Ma oggi che succederà quando finirà la cig? A me spaventa che ci siano soggetti che possano cavalcare». Poi affonda il coltello con la questione della vendita delle fregate all’Egitto: «Abbiamo venduto navi all’Egitto e io sono profondamente contrario perché per me Regeni è un cittadino italiano e questa è una storia che riguarda l’identità dello Stato italiano, l’interesse nazionale».
Secondo i sondaggisti è notorio che il movimento potrà salvarsi da una disfatta soltanto se Giuseppe Conte assumerà il comando del movimento, altrimenti il viale del tramonto per i pentastellati sarà quasi certo. Presto si aprirà un confronto lacerante in cui si metterà in discussione il governo anche se Dibba afferma il solito luogo comune “stai sereno Giuseppe” e già due ex ministre deluse Barbara Lezzi e Giulia Grillo si schierano con lui, mentre il gruppo parlamentare in maggioranza si mostra infastidito e irritato dall’attivismo di Di Battista.
Sono ormai lontani i tempi dell’uno vale uno, mentre si addensa la burrasca di una battaglia interna destinata a spaccare in modo irreversibile i cinque stelle che, al di là della linea governativa, non sembrano più capaci di esprimere null’altro.