Si è spento a soli 55 anni lo scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafon a Los Angeles dopo una malattia. Si può ben dire che Zafon era il romanziere spagnolo più celebre al mondo. Dal 1993 era in America poiché svolgeva un’intensa attività di sceneggiatore.
Nella sua vita ha collaborato con le pagine culturali di giornali spagnoli come El Pais e La Vanguardia. Le sue opere sono state tradotte in oltre quaranta lingue conquistando milioni di lettori, è stato vincitore di premi in tutto il mondo. Essendo stato un insegnante d’asilo, gli è venuto quasi naturale iniziare con la letteratura per i bambini e i ragazzi tra cui si ricorda. Il principe della nebbia.
Ottiene però la celebrità internazionale nel 2001 con il romanzo L’ombra del vento che riesce a vendere 8 milioni di copie in tutto mondo. Dopo questo romanzo inizia una quadrilogia che denominata The Cemetery of Forgotten Books con i seguenti titoli Il gioco dell’angelo (2008), Il prigioniero del cielo (2011), Il labirinto degli spiriti (2017). Sono romanzi colmi di misteri inaccessibili e disvelati, in cui si intrecciano vicende con una sorta di gioco ad incastro, con storie dentro altre storie in un stile i cui echi ricordano a volte la letteratura di Borges ed Eco.
Nelle sue storie fascinose e seducenti si avverte sempre il suo legame con la storia della Spagna e di Barcellona, affiorano anche evocazioni soprannaturali, secondo il New York Time i libri di Zafon sono fatti “a strati come le cipolle ma persistono nel ricrescere”.
Zafon proveniva da una famiglia borghese e ha vissuto la sua infanzia a pochi passi dalla Sagrada Familia, l’enorme opera architettonica di Barcellona, meta del turismo mondiale e ancora oggi incompleta. Personalità inquieta e vivace, aveva studiato dai gesuiti ed è stato profondamente condizionato, anche se si era allontanato dalla sua città d’origine, infatti, spesso soleva affermare: “Vi faccio entrare a Barcellona da una porta sul retro”. Il suo amore per i libri e la letteratura, sin dalla più tenera età, lo ha portato con naturalezza alla scrittura come lui stesso affermava: “La mia infanzia è stata circondata da libri e scritti. Fin da piccolo sono stato affascinato dallo storytelling, dalla parola stampata, dal linguaggio, dalle idee. Non avevo accesso a una libreria meravigliosa come quella del libro, ma per molti versi quello che ho sempre fatto è inventare storie e personaggi. Ancor prima che imparassi a leggere e scrivere, raccontavo storie. Ho sempre saputo che sarei diventato uno scrittore perché non c’era altra scelta. Sono sempre stato affascinato dal fatto che tu potessi prendere carta e inchiostro e creare mondi, immagini, personaggi. Sembrava magia”.