In attesa della “Fase 3” che si registra con questa crisi epocale che viviamo con aziende ancora ferme, molte saracinesche ancora abbassate, cittadini che alternano l’angoscia e la speranza. Un’intera società che cerca di tornare a vivere e a lavorare dopo la paura del contagio e che avverte il bisogno di un sostegno concreto dal sistema Italia.
Il lockdown provocato dal coronavirus è stato fisico e anche mentale, un colpo durissimo all’esistenza e all’economia. Oggi si fanno i conti e si calcola che nella “Fase 1” dell’emergenza sanitaria, tra il 9 marzo e il 4 maggio, secondo i dati dell’Istat il 45% delle imprese italiane con almeno 3 addetti (458mila aziende in particolare nei settori delle costruzioni e dei servizi) ha sospeso l’attività, con punte del 48,7% per le microimprese. Mentre il 70% delle aziende italiane, delle imprese, che occupa il 73,7% della forza-lavoro del Paese, ha avuto una riduzione del fatturato tra il 10 e il 50% nei mesi di marzo-aprile 2020. della forza-lavoro del Paese) ha subito, nel bimestre marzo-aprile 2020, una riduzione del fatturato tra il 10 e il 50%. Sono dati veramente disastrosi da cui non è facile riprendersi.
Il rapporto Istat fa presente ,infatti che, oltre a una quota di imprese (il 38%) che potrebbe dover affrontare rischi operativi e di sostenibilità economica e finanziaria, ben più della metà, il 51,5%, prevede una crisi di liquidità nei mesi a venire. La strada per le aziende italiane è quindi tutta in salita e la ripartenza sembra tarata se verrà accompagnata da un rilancio duraturo e sostenibile che preveda l’impegno delle istituzioni e dei poteri pubblici.
Tuttavia sarà decisivo il ruolo del sistema bancario che è fondamentale per rifinanziare un nuovo decollo e per assicurare un sostegno alla ripresa imprenditoriale. Non bastano, quindi, bonus e incentivi stanziati dal governo poiché scrive l’Istat che, “il fabbisogno di liquidità prodotto dalla crisi trova nel ricorso al credito bancario lo strumento di risposta principale”. Cosicchè il 42,6% delle imprese ha già scelto questa precisa strada per ricominciare un percorso virtuoso.
In tal senso risulta che BNL BNP Paribas hanno attivato servizi a distanza e si sta investendo nella trasformazione e nella velocizzazione dei processi che possano garantire una presenza affidabile e costante. Nel contempo si è sostenuta la Croce Rossa Italiana con una donazione di 500mila euro, anche con l’attivazione tra dipendenti e clienti di una raccolta fondi che ha raggiunto i 230mila euro e lanciando un piano di aiuti da 50 milioni di euro a livello globale e da 3 milioni per l’Italia. “Abbiamo vissuto insieme pagine di storia recente che mai avremmo immaginato”,dichiara Regina Corradini, Direttore Divisione Corporate Banking BNL, che ha spiegato l’impegno dell’istituto di credito. La dirigente continua dicendo che “abbiamo trasformato la distanza in un’arma importante, imparando a lavorare distanti ma uniti, sempre a fianco dei clienti”. In un momento difficile afferma con orgoglio si è riusciti “ a generare valore e benessere per l’azienda e per il Paese”. Tutto ciò è stato possibile grazie ad un impegno svolto anche da “centinaia di famiglie, migliaia di persone, tante storie individuali e realtà e valori da custodire. Questo per noi si chiama #PositiveBanking”. “ Cosi è nato il progetto “Noi ci siamo” – I tanti interventi a favore dei clienti e delle imprese trovano visibilità anche grazie alla campagna di comunicazione “Noi ci siamo”, per ribadire l’impegno della banca nel sostenere le aziende nella delicata fase del rilancio. Anche con le testimonianze di chi, in questi mesi di lockdown, è stato aiutato da BNL a far fronte all’emergenza economica: sia grandi imprese (ad esempio con misure di credito, con consulenze specializzate anche da remoto e finanziando investimenti per lo sviluppo), sia Pmi (rispondendo, tra l’altro, alle esigenze di liquidità, aumentando i servizi a distanza, applicando una moratoria sui finanziamenti).
Un plafond per le imprese – E dopo tutto il lavoro nell’ora dell’emergenza, ora che il momento di ripartire è arrivato l’impegno di BNL – storicamente tanto vicina al mondo del lavoro da citarlo nel proprio nome – non cambia e, anzi, aumenta. Proprio alla ripartenza delle aziende nella “Fase 3”, infatti, BNL ha destinato un plafond di 10 miliardi di euro. In parte destinati alle grandi imprese a capo delle filiere produttive del Paese, che magari sono state costrette a sospendere la loro attività nel periodo dell’emergenza sanitaria (puntando però a un beneficio anche per i loro fornitori e distributori, spesso Pmi meno forti di fronte alle difficoltà), e in parte ai clienti Small business, affiancando imprenditori, autonomi e professionisti per accompagnarli con strumenti ad hoc”.
Tali concetti sono stati riaffermati da Andrea Munari, Amministratore Delegato e Direttore Generale di BNL e responsabile BNP Paribas per l’Italia: “La storia di BNL è un percorso di cambiamento lungo oltre un secolo che ha aiutato il Paese nei momenti difficili come quello attuale, ciò che non cambia è il nostro impegno, rinforzando ancora di più la relazione e la fiducia: il coraggio degli imprenditori, la professionalità dei nostri consulenti e la solidità del Gruppo BNP Paribas sono la nostra forte risposta per il rilancio del Paese. Ripartiamo insieme: noi ci siamo”. In tal modo i colossi bancari si difendono dall’accusa di essere stati un ostacolo all’erogazione dei finanziamenti alle imprese e ai cittadini. Si spera soltanto che non siano le solite dichiarazione di facciata.