Un posto d’onore nella storia delle origini del movimento socialista spetta a Leonida Bissolati. Costituì con Turati e Treves la triade che fondò il movimento socialista italiano a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Bissolati si laureò in legge a vent’anni all’Università di Bologna. Svolse la professione di avvocato e iniziò la collaborazione su riviste e quotidiani. Nel 1880, precocemente, fu eletto consigliere comunale a Cremona, tra le fila dei radicali, ma aderì ben presto al movimento socialista. Rivestì incarichi all’Assessorato all’istruzione e si mise alla testa delle agitazioni dei contadini che puntavano ad ottenere migliori condizioni di vita.
Poi fondò L’Eco del Popolo, che successivamente divenne sempre a Cremona l’organo locale del Partito Socialista Italiano, e pubblicò una parziale traduzione del Manifesto di Marx ed Engels. Fu una penna di grande efficacia e stile, quindi, nel 1896 divenne direttore dell’Avanti!, che era l’organo ufficiale del Partito Socialista Italiano. Immediatamente si distinse con contenuti di forte impatto sociale e nel primo numero elaborò un manifesto politico-ideale di stampo socialista, in cui lanciò una sfida all’ordine costituito e in cui si rivolse direttamente al Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell’Interno dell’epoca Antonio Starabba, marchese di Rudinì, che aveva diffidato i dirigenti e gli iscritti al nascente Partito Socialista con una precisa minaccia: “di qui non si passa”.
Allora Bissolati rispose, con un titolo che divenne celebre nella storia del socialismo e del giornalismo, “Di qui si passa”, in cui manifestò la sua fede “scientifica” nelle ragioni dei socialismo e la certezza della conquista del potere da parte della classe lavoratrice.
Nel 1895 si candidò come deputato nel collegio di Pescarolo ed Uniti, vinse al ballottaggio contro il candidato del partito conservatore Alessandro Anselmi, ma l’elezione fu in seguito annullata dalla giunta delle elezioni. Nel 1897 si ripresentò nello stesso collegio e vinse al primo turno sempre contro lo stesso Anselmi. Fu un laico convinto e aderi alla massoneria dove rivestì importanti ruoli e, così, nel 1908 presentò alla Camera dei deputati una mozione che mirava ad abolire l’insegnamento della religione nella scuola elementare.
Nel febbraio del 1912 non si oppose alla Guerra di Libia e fu tale posizione che provocò le sue dimissioni da parlamentare, con forti accuse di sciovinismo da parte di Lenin e, poi, le conseguenze non si fecero attendere poiché fu espulso dal Partito Socialista Italiano.
Bissolati, però, non rinunciò all’impegno politico collaborando in prima linea alla fondazione del Partito Socialista Riformista Italiano che portò avanti insieme a Ivanoe Bonomi e Angiolo Cabrini. Divenne così, nel 1917, ministro dell’Assistenza Militare e Pensioni di Guerra del governo Boselli e del successivo governo Orlando. Ma si dimise dal governo nel 1918 per i contrasti insorti negli accordi delle nuove linee di frontiera stabilite insiene alla Società delle Nazioni. In realtà si disse che queste dimissioni nacquero probabilmente da un conflitto sorto con Ivanoe Bonomi. Ci fu un momento in cui Leonida Bissolati tentò di spiegare pubblicamente la propria posizione tenendo un discorso a Milano, proprio al Teatro alla Scala. In quell’occasione durante la sera dell’11 gennaio 1919 Bissolati si presentò davanti ad un teatro gremito in ogni ordine di posti. Ma il suo intervento lettura fu interrotto più volte dalle urla e dagli schiamazzi organizzati da Mussolini e Marinetti, in cui nazionalisti, futuristi ed ex combattenti gli impedirono di parlare, senza che nessuna autorità ponesse fine a questa manifestazione di intolleranza. Nello stesso anno fu rieletto nel suo collegio di Cremona.
Il 1º maggio 1920 venne posta la prima pietra della nuova sede milanese dell’Avanti!, che era stata costruita in virtù di una sottoscrizione popolare che fu attivata dopo la devastazione fascista del 15 aprile 1919 della precedente sede. Ci fu un immenso corteo con uno stuolo di bandiere rosse che partito da piazza Cinque Giornate si dirige verso la nuova sede. Gli ex direttori dell’’Avanti! furono presenti mentre manca Bissolati, che si era ammalato ed era ricoverato a Roma. Nonostante fosse ministro e uomo di governo, militando in un altro partito, Oddino Morgari lo ricorda con parole commosse.
Il popolo socialista riconobbe il valore etico e morale di Bissolati e lo saluta con un grande applauso. Bissolati apprese di questo tributo nel letto di ospedale dove morirà dopo pochi giorni e pianse di gioia. Leonida Bissolati fu una personalità integra e onesta, con una preparazione culturale davvero notevole che seppe rappresentare, difendere e custodire gli ideali del socialismo riformista in un epoca di profonde trasformazioni e in anni colmi di rivolgimenti sociali.