Un importante e prestigioso sindacalista socialista fu Fernando Santi, che occupò rilevanti ruoli politici nelle istituzioni. Nativo di Parma si iscrisse a 17 anni già nel 1922 partecipò alle giornate di Parma contro le spedizioni squadristiche di Italo Balbo.
Rivestì cariche nazionali nel partito e nel sindacato per tutti gli anni venti. Dopo le leggi eccezionali del 1926 continuò coraggiosamente a svolgere una forte attività antifascista durante tutti gli anni trenta, subendo numerosi arresti e le continue persecuzioni delle polizia. Fece parte della Resistenza e fu a Milano il 25 aprile, quando la città venne liberata dall’occupazione nazifascista.
Già nel 1947 diventò uno dei segretari generali della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, insieme a Giulio Pastore e Giuseppe Di Vittorio. Dopo le elezioni del 18 aprile del 1948 venne eletto alla Camera dei deputati e riuscì ad essere confermato sino al 1968, quando, si candido’ al Senato della Repubblica, ma non venne eletto.
Svolse un’intensa e proficua azione in favore del mondo del lavoro con iniziative e proposte parlamentari. Ma soprattuto si occupò con passione e abnegazione dei temi dell’emigrazione. Infatti in sua memoria il PSI crea l’Istituto Fernando Santi, che, appunto, si dedicò soprattutto ai problemi degli emigranti. Organo ufficiale dell’istituto è, dal 1968 al 1993, la rivista “Avanti Europa” edita a Parigi, che porta come sottotitolo “Mensile dell’Emigrazione Italiana”, cui collaborano vari dirigenti del PSI all’estero.
Una figura apparentemente minore quella di Fernando Santi che, invece, ricopre nella storia del movimento socialista un ruolo morale di prima grandezza per la sua umiltà, la sua sobrietà e la sua integrità.