Dopo la manifestazione avutasi il 2 giugno, in barba alle regole di sicurezza, oggi, 4 luglio, nel giorno degli Independence Day, data presa non a caso, il centro-destra si riunisce in piazza del Popolo trovando la sua unità esclusivamente contro il governo Conte e nella difesa di Berlusconi, oramai diventato martire per una dichiarazione senza prove del de cuius giudice Amedeo Franco.
La manifestazione, organizzata in totale sicurezza, ha mostrato un centro-destra più maturo in una Roma minacciata dalle intemperie. Sono state allestite 4280 sedie, ognuna adornata con una bandiera tricolore, ingressi contingentati, mascherina consigliata e ai manifestanti viene addirittura misurata la temperatura prima di superare i varchi, quasi volessero farsi perdonare per quell’obrobrio svoltosi lo scorso 2 giugno, quando il contagio era più alto.
Nessuna bandiera di partito o simbolo, ma solo uno slogan “Insieme per l’Italia del lavoro”. Uno slogan studiato a tavolino per rilanciare l’amor di patria e il primo articolo della nostra costituzione.
A parlare sul “palcoscenico” si sono susseguiti tutti e tre i leader del centro-destra, Antonio Tajani, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il leader del Carroccio Matteo Salvini. Il grande assente all’evento è Silvio Berlusconi, difeso da tutti e tre i leader, ad un passo dalla beatificazione. Ognuno dei tre partiti ha apparecchiato il suo gazebo informativo, ma solo Forza Italia raccoglie firme per la petizione “Berlusconi senatore a vita”, dopo le rivelazioni sul processo Mediaset. Al gazebo di Fdi si danno informazioni per una prossima raccolta di firme per “elezioni subito”, che sarà lanciata in tutta Italia e anche online, in quello leghista si annunciano petizioni contro cartelle esattoriali e ritorno dei vitalizi.
Proprio il tema della presunta sentenza “pilotata” ai danni di Berlusconi è al centro del discorso di Tajani: “Vogliamo soltanto giustizia per ristabilire la democrazia nel nostro Paese. Se non ci fosse stata quella ignobile sentenza firmata da chi prendeva ordine dall’alto, in Italia oggi ci sarebbe un governo di centrodestra”.
Pilotata o no, stiamo parlando di una persona che ha utilizzato una difesa fuori dal comune composta dai migliori avvocati d’Italia che dopo anni e anni sono riusciti a trovare quel pelo nell’uovo che non offre alcuna prova, ma è pronto a creare polemiche sterili inutili cercando di smuovere quell’opinione pubblica che lo vedrà vittima del sistema.
La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, incentra il suo discorso sul lavoro. E attacca duramente il governo, dicendo: “Di andare a prendere il thè con i pasticcini con il presidente del Consiglio non ci interessa. Se Conte vuole parlarci deve mandarci il documento con le proposte concrete. Non permetteremo che le mascherine diventino un bavaglio”. Magari fosse possibile mettere un bavaglio alla Meloni, detto ciò continua il suo discorso facendo un minestrone di argomenti e mettendo in discussione il decreto Rilancio “pieno di marchette” a suo avviso e non tralascia la questione migranti: “L’unica attività che si rimette in moto è quella degli scafisti. Ma non con noi, con noi si rispettano i confini e si fa il blocco navale”. Interviene anche sulla legge contro l’omotransfobia: “Metteranno in galera chi è contro l’utero in affitto”.
Salvini esordisce facendo gli auguri agli Stati Uniti per la festa del 4 Luglio e pronuncia lo slogan ‘All Lives Matter’, in contrapposizione a quello anti-razzista ‘Black Lives Matter’. Cita Don Sturzo per criticare la ministra Azzolina: “Nella scuola mancano ‘libertà e mezzi’ come diceva don Sturzo, ma in Italia manca anche un ministro dell’Istruzione”. Prende le difese di Berlusconi, “eliminato in modo infame da dove gli italiani lo avevano messo” e parlando del processo che lo attende per il caso Gregoretti afferma: “Andrò in tribunale il 3 ottobre a testa alta”. Attacca infine la sindaca di Roma Virginia Raggi e il presidente della Regione Nicola Zingaretti: “Restituiamo un sindaco alla Capitale e un governatore al Lazio, noi ci siamo”.
E dulcis in fundo conclude lui, “il surfer” Salvini, che sfrutta ogni problema, tragedia o evento a proprio vantaggio; e in pochi secondi, come uno dei più abili illusionisti, trasforma la protesta “Black Lives Matter” in “All Lives Matter”, sfruttando ancora una volta un fenomeno di portata mediatica mondiale a proprio uso e consumo.
E quindi, proprio lui, si fa portavoce di una protesta mettendo sullo stesso piano, neri e bianchi; mussulmani e cristiani; italiani e non italiani. Dando ancora una volta prova dei suoi ideali fittizi che cambiano a seconda della pancia del popolo.