Il grande maestro, Ennio Morricone, è morto in ospedale dopo essersi fratturato il femore in una caduta alcuni giorni fa. È stato un geniale compositore e maestro maestoso di musica che ha segnato il novecento. Inarrivabile stella della musica internazionale ha lavorato per i più grandi registi del mondo ma la sua celebrità è legata innanzitutto alla collaborazione con il regista Sergio Leone, per il quale compose negli anni Sessanta le colonne sonore dei film “spaghetti-western”. Famosi film e colonne sonore che ricordiamo con nostalgia struggente: “Per un pugno di dollari”, “Per qualche dollaro in più”, “Il buono, il brutto, il cattivo”, “C’era una volta il West”, “Giù la testa”. Poi negli anni Ottanta di C’era una volta in America, l’ultimo film della carriera di Leone. Si occupò di colonne sonore per film di ogni genere, lavorando tra gli altri con Brian De Palma, John Carpenter, Barry Levinson, Mike Nichols, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci e Quentin Tarantino.
Nella sua brillante carriera ha vinto diversi premi Oscar di cui uno alla carriera nel 2007 e, nove anni dopo, un Oscar per la miglior colonna sonora per The Hateful Eight, di Quentin Tarantino, con cui aveva stabilito un rapporto di stima e amicizia. Morricone è stato insegnante di conservatorio, autore di diversi dischi e, come direttore d’orchestra, protagonista di tanti apprezzati concerti in Italia e nel mondo. Nonostante la sua fama non imparò mai l’inglese e per anni, prima di iniziare a suonare in giro per il mondo, si è rifiutato di volare e di andare negli Stati Uniti ma ci andò per la prima volta nel 2007, a 78 anni.
Morricone nacque a Roma 91 anni fa, il 10 novembre 1928, già a 12 anni, negli anni della Seconda guerra mondiale e della Roma occupata dai nazisti, studiò al Conservatorio di Santa Cecilia, cominciando a suonare la tromba in quanto il padre fu anch’esso trombettista. Tuttavia si narra che da ragazzo fosse anche bravo a calcio e non ha mai nascosto di essere un grande tifoso della Roma.
Raccontò da un uomo semplice e sincero anche che i suoi sogni da ragazzo erano quelli di diventare medico e persino scacchista. Dopo il Conservatorio e perfezionatosi nello studio di armonia complementare e composizione, Morricone iniziò a scrivere e comporre per il cinema nella metà degli anni Cinquanta, ma nel frattempo cominciò una collaborazione come arrangiatore di canzoni per la RCA Italiana che divenne poi una grande e famosa una casa discografica.
Da ricordare le canzoni più note che Morricone arrangiò in quel periodo ci sono grandi successi quali “Pinne fucile ed occhiali” e “Guarda come dondolo” di Edoardo Vianello, “Sapore di sale” di Gino Paoli e “Se telefonando” di Mina.

Leone e Morricone si conobbero sin dalle scuole elementari quando furono compagni e iniziarono a collaborare dagli anni Sessanta stabilendo un rapporto umano e professionale fantastico. La loro prima collaborazione fu per il film “Per un pugno di dollari”, il primo della cosiddetta trilogia del dollaro e il primo “spaghetti-western” di Leone, in cui è evidente l’importanza della tromba, strumento con cui Morricone fu straordinario interprete e particolarmente bravo.
Per sembrare che il film fosse più americano, e, quindi, più autenticamente western, Morricone firmò inizialmente la colonna sonora con lo pseudonimo “Dan Savio”. Anche se nel 2006 raccontò al “Guardian” di ritenere “Per un pugno di dollari” il peggior film di Leone e la sua peggior colonna sonora.
I due amici, Ennio e Sergio, continuarono a collaborare, spesso con un’intesa e una connessione tra scene e musiche che fu davvero straordinaria e unica nella storia cinema.
Morricone, collaborò in seguito con diversi registi, non solo italiani e ovviamente non solo di western. Scrisse le musiche per “I giorni del cielo” di Terrence Malick, “Mission” di Roland Joffé e “The Untouchables” – “Gli intoccabili”, di Brian De Palma, “La battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri, “L’uccello dalle piume di cristallo” di Dario Argento, “Sacco e Vanzetti” di Giuliano Montaldo, “La cosa” di John Carpenter e “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore.
Morricone fu sempre uomo schietto e autentico e si lamentò del fatto che tante altre sue importanti collaborazioni siano state spesso oscurate per via di quanto fatto con Leone. Infatti dichiarò tempo fa al Corriere della Sera: «Ho scritto più di cinquecento pezzi e mi chiedono solo degli spaghetti western».
Il grande compositore non è mai stato autore di una colonna sonora di Eastwood che poi è stato il più noto protagonista dei western di Leone. Questo fu una cosa di cui si era detto dispiaciuto e “Hollywood Reporter” ha scritto che a iniziò anni Settanta fu vicino a collaborare con Stanley Kubrick alla colonna sonora di “Arancia Meccanica” ma che non lo fece perché «Leone si oppose dicendo che Morricone era troppo impegnato a finire le musiche per uno dei suoi film».
L’Oscar alla carriera per ironia della sorte gli fu consegnato da Clint Eastwood, con standing ovation e lungo applauso del pubblico di addetti ai lavori, e Morricone lo dedicò «a tutti quelli che lo hanno meritato e non lo hanno mai avuto». Dopo l’Oscar per “The Hateful Eight Morricone” disse invece con acuto senso di autocritica e umiltà di credere di aver scritto colonne sonore migliori di quella per la quale vinse l’Oscar.
In televisione fu autore per diverse stagioni della colonna sonora del successo mondiale che fu il serial “La Piovra”. Morricone a fine anni Ottanta collaborò con i Pet Shop Boys alla canzone “It Couldn’t Happen Here” (poi colonna sonora di un omonimo film musicale). Diversi grandi artisti, tra cui il chitarrista degli U2 The Edge, hanno parlato di lui come del loro musicista preferito e di una delle loro principali influenze artistiche. Come ha ricordato il “New York Times”, “L’estasi dell’oro”, famoso brano di “Il buono, il brutto, il cattivo” è stata la canzone scelta dai Ramones per chiudere i loro concerti e dai Metallica per aprirli. Nel 2007 al disco “We All Love” Ennio Morricone parteciparono, tra gli altri Bruce Springsteen, Roger Waters, Quincy Jones e Andrea Bocelli.
Sergio Leone ha definito i contributi del compositore “indispensabili”. La sua morte è stata segnata dal ministro della sanità italiano Roberto Speranza, che ha twittato: “Adieu maestro, e grazie per le emozioni che ci hai regalato”.
In moltissimi hanno espresso profondo cordoglio nei suoi confronti, tra i più importanti troviamo il compositore tedesco Hans Zimmer che ha detto: “Morricone era unico nel suo genere e un’icona. La sua musica è sempre stata eccezionale e fatta con grande forza emotiva e grande pensiero intellettuale”.
Secondo il regista Edgar Wright, Morricone “potrebbe trasformare un film medio in un film imperdibile, un buon film in arte e un grande film in leggenda”. Anche l’autrice Joanne Harris ha reso omaggio, ricordando un incontro con lui ai Baftas quando tutto quello che era stata in grado di pronunciare era “Sono una fan” (“Sono un fan”).
Il New York Times ha ricordato che Morricone, che viveva a Roma, quando doveva comporre per un nuovo film spesso si chiudeva in casa per settimane e lavorava alla scrivania, e non al pianoforte, perché sosteneva di sentire la musica nella testa e poteva scriverla direttamente a penna, senza bisogno di suonarla.
Recentemente nel 2014, rispondendo a Repubblica alla domanda “Cos’è il potere della musica?”, Morricone affermò: “È la sua natura evocativa, ma cosa evochi resta chiuso nel sentimento di ciascuno. Ma al tempo stesso è un potere che crea un legame collettivo, una comunità dell’ascolto. O, più paradossalmente, del silenzio”. Addio leggendario Ennio, ci mancherai per sempre.