Un politico socialista dei tempi andati che è scomparso qualche anno fa, dallo stile raffinato e inimitabile, fu Lelio Lagorio. Svolse con impegno, con un “cursus honorum” graduale, una prestigiosa carriera politica in cui occupò importanti cariche pubbliche. Fu, infatti, Ministro della Repubblica ed un esponente nazionale del PSI, dove appunto, venne eletto in nove competizioni elettorali. Fu, anche, sindaco di Firenze per pochi mesi nel 1965 succedendo a Giorgio La Pira. Fu il primo Presidente della regione Toscana, per un lungo periodo che va dal 1970 al 1978, e fu anche il primo dirigente del Partito Socialista divenuto Ministro della difesa in Italia dal 1980 al 1983.
Nella sua permanenza al suddetto dicastero fu l’ideatore e fautore delle prime missioni militari italiane all’estero dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e bisogna ricordare, appunto, le missioni che puntarono ad assicurare la pace in Mar Rosso e poi in Libano. Fece una forte azione politica protesa a potenziare, modernizzare e riorganizzare l’apparato militare italiano. Infatti l’esercito venne utilizzato sovente anche per un suo decisivo contributo nelle azioni di soccorso e ricostruzione a cominciare dal terremoto dell’Irpinia del 1980 e via via divenendo una prassi per il futuro. Ripristinò dopo molti anni la parata militare a Roma per la festa della Repubblica a cominciare dal 1983. Durante la sua presenza nel dicastero delle forze armate italiane dovette gestire con determinazione il complesso problema dello schieramento degli euro-missili in Sicilia che doveva essere una risposta al riarmo atomico missilistico dell’URSS.
Ricoprì anche il ruolo di Presidente del Consiglio dei ministri europei della Nato. Fu ministro in carica in occasione della strage di Ustica e fornì, a tale proposito, anche la sua testimonianza davanti alla Corte di Assise di Roma nel 2001. Successivamente fu Ministro del turismo e dello spettacolo dal 1983 al 1986, anni in cui promosse una importante riforma del CONI e la istituzione per legge del Fondo Nazionale per lo Spettacolo che garantì in maniera certa per molti anni l’attività delle istituzioni della musica, del cinema e del teatro.
Nel 1986 fu eletto Presidente del gruppo parlamentare socialista alla Camera dei deputati ed al Parlamento europeo (1986-1994). Fu anche il primo socialista italiano eletto vicepresidente dell’Unione dei partiti socialisti della Comunità Europea dal 1990 al 1992. Fece parte del ristretto Comitato Parlamentare per i Servizi Segreti e per il Segreto di Stato. Predispose in tal senso una relazione sull’episodio di Sigonella. Il Presidente Sandro Pertini, motu proprio, fino dal 1978 gli ha conferito le insegne di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica.
Autore di varie pubblicazioni su politica e storia locale, ha anche diretto la rivista Città & Regione. Visse con enorme sofferenza e amarezza gli anni che sancirono la fine del Psi. Scrisse poco prima di morire a 92 anni nel 2017 un libro “L’Esplosione: storia della disgregazione del PSI” e poi una pubblicazione delle sue memorie come Ministro della Difesa (“L’Ora di Austerlitz”).
Lelio Lagorio incarnò nella sua storia politica un rigoroso, sobrio e qualificato uomo delle istituzioni e un dirigente socialista riformista, stimato e apprezzato per le sue qualità di onestà intellettuale e di apertura al dialogo.