Davanti al gip di Terni non è riuscito a trattenere lo scrupolo di coscienza, Aldo Maria Romboli, 41 anni, sottoposto a fermo con l’accusa di morte come conseguenza di altro delitto. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, con l’aiuto del pusher, pare che i due ragazzini avessero assunto del metadone. Inoltre, pare non fosse la prima volta che i due ragazzi, di 15 e 16 anni, assumevano metadone. La procura di Terni ha chiesto la convalida del fermo mentre il difensore di Romboli, l’avvocato Massimo Carignani, non ha avanzato alcuna istanza. Il suo assistito – ha riferito il legale – è un tossicodipendente e ora è distrutto”. Peccato che distrutte sono ora le vite dei due ragazzi e dei loro parenti che, per colpa del poco sale in zucca di un tossicodipendente, abbiano perso ciò che vi è di più prezioso.
Non sono di sicuro i primi a morire in maniera così deplorevole e non saranno di certo gli ultimi, legalizzare la droga potrebbe davvero arginare il problema, oltre a non permettere l’accesso, così facilitato, ai minori, inoltre, monitorare chi ne fa uso non sarebbe poi così difficile. Di certo gente senza scrupoli e disposta a tutto pur di avere una 20 euro in più nella tasca ci sarà sempre e l’aver rovinato la vita a due giovani dovrebbe prevedere il massimo della pena, affinché sia un esempio per tutti i furbi che abusano delle debolezze altrui.