Anna Kulisciova, italianizzata in Anna Kuliscioff, fu un pilastro della storia del socialismo e fu la donna che ebbe un ruolo fondamentale nelle lotte sociali di fine ottocento e, soprattutto, nella fondazione del Partito Socialista Italiano.
Nacque in Russia a Sinferopoli ma non fu mai certa la data e l’anno di nascita che dovrebbe essere probabilmente il 1855. Questa incertezza arricchisce il fascino e l’alea di mistero di una figura leggendaria che, a ragion veduta, ebbe una vita avventurosa e ricca di avvenimenti. Risultò iscritta in Filosofia all’Università di Zurigo nel 1871 con il nome di Anja Rosenstein.
Proveniente da una ricca famiglia ebrea di commercianti, ebbe un’infanzia serena, felice e dedita allo studio, poi nel 1871 si trasferì in Svizzera per frequentare i corsi di filosofia presso l’Università di Zurigo. Intanto in Russia si diffusero le idee rivoluzionarie e, dunque, lei e il primo marito il rivoluzionario Pëtr Makarevič, si unirono insieme a tanti giovani russi vicini alle idee di Michail Bakunin, promuovendo la cosiddetta “andata verso il popolo”, che consistette nel lavorare nei villaggi a fianco dei contadini per condividerne la misera condizione.
Anna si convinse in quel periodo che occorresse la rivoluzione e l’uso della forza per riscattarli dalla povertà e liberarli dall’oppressione. In seguito a questa attività venne processata dal tribunale russo e decise di riparare in Svizzera per non essere rintracciata dagli emissari zaristi, cambiò il suo nome in Kuliscioff. Fu nel 1877, durante il suo secondo soggiorno elvetico, che conobbe il giovane rivoluzionario romagnolo Andrea Costa, con cui ebbe una comunanza di idee e una passione sentimentale, trasferendosi, poi, con lui a Parigi. Cominciò un lungo peregrinare per sfuggire alla repressione poliziesca e già nel 1878 i due vennero espulsi e dovettero ritornare in Italia. Dopo alcuni mesi, però, Anna venne arrestata e processata a Firenze con l’accusa di cospirare con gli anarchici per sovvertire l’ordine costituito.
Andrea e Anna si trasferirono in Svizzera, che lasciarono nel 1880, ma subito dopo rientrarono clandestinamente in Italia, dove però ancora una volta vennero arrestati a Milano. Dopo l’ennesima breve permanenza in Svizzera a Lugano, Anna raggiunse Andrea a Imola, dove nel 1881 diede alla luce la loro figlia Andreina. La relazione tra i due, però finì e Anna, molto addolorata, tornò in Svizzera portando con sé la figlia, e si stabilì a Berna, dove si iscrisse alla facoltà di medicina.
Quegli anni furono segnati dallo studio e dalla malattia, poiché in seguito alla carcerazione a Firenze contrasse la tubercolosi e l’artrite. Condusse studi molto approfonditi a Napoli che la portarono a frequentare nel tempo diverse università. Infatti 1885 collaborò a Pavia anche Camillo Golgi, futuro Nobel della medicina, su una propria ricerca sulle origini batteriche della febbre puerperale. Dopo la laurea a Napoli nel 1886, nel 1888 si specializzò in ginecologia, prima a Torino, poi a Padova. Il suo studio della tesi evidenziò l’origine batterica della febbre puerperale, in tal modo contribuì grandemente alle scoperte scientifiche che avrebbero salvato milioni di donne dalla morte dopo il parto.
Successivamente si trasferì a Milano e cominciò ad esercitare l’attività di medico, recandosi anche nei quartieri più miseri della città e affiancando la filantropa Alessandrina Ravizza nell’opera sociale di intervenire a favore dei poveri. Nel suo ambulatorio medicò offrì sempre gratuitamente assistenza ginecologica alle donne povere. Si meritò di essere chiamata dai milanesi la “dottora dei poveri”. Dopo l’incontrò con Filippo Turati, con cui si legò sul piano sentimentale nel 1885, si trasferì con la figlia Andreina in un appartamento che trasformò in studio e redazione di “Critica sociale”, che fu la celebre rivista del socialismo riformista italiano e che Anna diresse assieme a Turati dal 1891. Fu per lei e per Filippo un periodo di grande impegno, lavoro incessante e senza posa con giornali e libri che occuparono tutta la casa. Nel salotto la Kuliscioff incontrò tutti i giorni i personaggi più svariati senza limitazioni, da quelli del mondo della cultura e politica a persone umili e indigenti, di ogni ceto sociale con cui manifestò sempre grande attenzione immedesimazione con la sua natura dolce e fiera.
Anna fu certamente un grande cervello politico del socialismo che incuteva ammirazione e devozione. Il 15 agosto 1892 fu tra i fondatori del Partito dei Lavoratori Italiani, che, poi, nel 1893 divenne il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani e, infine, nel 1895 assunse il nome definitivo di Partito Socialista Italiano. La nascita del Partito Socialista Italiano definì la rottura dei socialisti dagli anarchici e questa separazione fu preparata qualche giorno prima da Anna, da Filippo Turati, da Camillo Prampolini, da Rosario Garibaldi Bosco, che fecero una serie di proposte da presentare al congresso nei giorni seguenti. Cominciò così per Anna un periodo di grandi battaglie politiche e lotte sociali portate avanti dalla nuova formazione politica. Tutto ciò fu interrotto quando nel maggio del 1898 fu arrestata nel suo famoso salotto con l’accusa di reati di opinione e di sovversione. A dicembre dello stesso anno riebbe la libertà per indulto, mentre il suo compagno Filippo dovette aspettare ancora un anno. Nel frattempo predispose ed elaborò un testo di legge per la tutela del lavoro minorile e femminile che, fu presentato in Parlamento dal Partito Socialista Italiano, venne approvata nel 1902 come legge Carcano, nº242.
Anna Kuliscioff, assieme alla sindacalista Maria Goia, portò avanti la battaglia per far si che anche le donne ottenessero il diritto al voto e ,così, con il suo sostegno, nel 1911 nacque il Comitato Socialista per il suffragio femminile. L’anno successivo, però, fu una legge di Giolitti che istituì il suffragio universale solo maschile e che estese tra l’altro il diritto di voto anche agli analfabeti fino ad allora precluso, e che avessero compiuto i trent’anni, mentre continuò l’esclusione delle donne dal diritto di voto. Anna si scoraggiò molto per tutte queste battaglie perse e anche il rapporto con Flippo Turati ne risentì entrando in crisi.
Morì a Milano nel 1925 e, in modo indegno, durante il funerale alcuni fascisti si scagliarono contro le carrozze del corteo funebre. Carlo Collodi dichiarò che per il personaggio della fatina dai capelli turchini nel libro Pinocchio si ispirò alla forza magnetica emanata da Anna Kuliscioff, che lui vide da giovane nell’aula di tribunale durante un processo. Anna è la più celebre e mitica figura del socialismo non solo per le sua intelligenza politica, la sua alta moralità ideale e la sua immensa generosità ma anche perché fu una donna di nobile animo, tenace, coraggiosa che seppe con il suo temperamento e la sua mente tracciare le linee guida del socialismo riformista su cui si nutrirono le speranze di intere generazioni nella centenaria storia del Psi.