Siamo stati colpiti da una pandemia. Un virus ha fatto irruzione nelle nostre famiglie portando via i nostri cari, i nostri nonni, i nostri genitori, i nostri più preziosi pilastri. Il Covid-19 non ha lasciato scampo. E se da una parte ci siamo ritrovati a convivere improvvisamente con un’emergenza sanitaria, adesso dobbiamo fare i conti con i resti economici, sociali e psicologici di una guerra che ci ha messo a dura prova. Abbiamo imparato a conoscere la figura del virologo, immunologo, infettivologo e molti hanno scritto di quel virus che ci ha immobilizzati e letteralmente “rinchiusi” nelle nostre abitazioni. Chi ne ha parlato in maniera scientifica, chi trattando la questione dal punto di vista della gestione del governo e chi, invece, ha voluto affrontare la tematica ponendo l’attenzione al nostro sistema sanitario, dimostratosi debole e insufficiente per gestire una crisi di tale portata. La penna di A-live ha incontrato la dott.ssa Giuseppina Bonaviri medico psichiatra, arteterapeuta, psicoterapeuta e Ph.D in Neuroscienze sperimentali e cliniche nonché Vicesegretario Generale con delega alle Aree Smart di Confassociazioni Management che lo scorso 9 luglio ha presentato il libro Oltre il Covid. Perché il futuro si costruisce che è possibile ordinare scrivendo all’indirizzo info@giacovellieditore.com
1. Dottoressa ci parli del Suo libro. Di cosa tratta?
Oltre il Covid. Perché il futuro si costruisce e ovviamente insieme, Giacovelli Editore. Il libro raccoglie gli articoli scientifici scritti in uno stile intenzionalmente semplice e divulgativo condivisi con il gruppo di studio Rete La Fenice con Bonaviri e con un team di ricercatori, esperti, specialisti e tecnici.
2. Perché ha deciso di scrivere Oltre il Covid. Perché il futuro si costruisce?
I nostri articoli già pubblicati sui social, tutti rimasti volutamente datati ed anticipatori degli eventi che avvenivano durante il lockdown hanno alleviato la solitudine, le paure, la sofferenza causata da un virus insidioso e sconosciuto e da una informazione convulsa e antitetica che perveniva nelle nostre case. Non poteva che venirne fuori la pubblicazione di un volume unico.
3. Come mai mette insieme le parole Covid e futuro. Cosa ci vuol dire?
Sarebbe importante leggere il libro per entrare direttamente nel vivo del dibattito. Ci ha caratterizzato la volontà di avere affrontato sempre insieme, condividendola con la base, una strategia per il rilancio del sistema Italia e dei suoi entroterra.
4. Cosa dobbiamo aspettarci da questa pandemia? Abbiamo conosciuto l’oscurità e adesso? Possiamo dire di esserne usciti o cos’altro dobbiamo temere?
L’emergenza sanitaria socioeconomica globale che stiamo affrontando va combattuta in modo positivo: oltre l’incertezza, i decreti, i bollettini, i cicli, le chiusure, l’austerità, il burocratismo. Qui si inserisce la nostra visione di emancipazione e di riscatto del genere umano e dell’intero universo per una nuova ed inedita fase politica. Nella cornice dell’Area Vasta Smart, la nostra Società, primo pattern italiano di infrastruttura virtuosa e virtuale che accoglie le sfide del futuro, presentiamo in anteprima la sintesi delle linee guida del P.A.N, Progetto Antipandemico Nazionale.
5. Che mostro è il Covid-19?
Quello che stiamo imparando ad affrontare, un “virus democratico” che non fa differenza di razza e sesso, che colpisce non solo l’uomo con tutte le sue debolezze ed incapacità gestionali, che infrange i miti di una società mercificata dove salute e lavoro come ogni forma di economia viene stroncata in primis da una classe politica dirigente di falsari al potere e poi da un virus che trova il giusto humus per fortificarsi arrecando disastri, morte, povertà, disoccupazione.
6. Molti medici e infermieri che hanno combattuto in prima linea durante questa pandemia salvando centinaia e centinaia di vite umane, oggi non sono più qui con noi. Ritiene sia stato fatto abbastanza per poter salvaguardare questa categoria oppure ci sono dei buchi che si potevano evitare?
Non è stato fatto nulla per sostenere e salvaguardare gli operatori della salute e sanità pubblica. Lo abbiamo denunciato nell’Articolo del 25 marzo 2020 intitolato Io, cari politici, vi accuso. Basta chiamarci eroi, basta nascondersi dietro un dito. Un denuncia etica, un urlo di dolore contro gli slogan e le sceneggiate che ci venivano descritte in quei mesi. Un articolo da leggere con molta attenzione per attivare battaglie comuni a sostegno del bene pubblico.
7. Nel decreto Cura Italia non è stato approvato lo stanziamento di 5 mila nuove borse aggiuntive di specialità medica. Cosa ne pensa?
Abbiamo sviluppato una proposta e ne abbiamo scritto un articolo il 18 marzo 2020 I giovani medici, le borse di specializzazione e il nuovo decreto Cura Italia che troverete nel libro. La specializzazione dei giovani medici entra a gamba tesa nella nostra società e nell’emergenza pandemica. Purtroppo però i politici non hanno fatto nulla di concreto e nulla è successo per sostenere la riforma.
8. Come dovrebbe essere improntato secondo Lei il sistema sanitario affinché sia più specializzato e sia in grado di non ingolfarsi in un momento di straordinarietà come quello che stiamo vivendo?
Il sistema sanitario va monitorato e garantito nella sua territorialità dall’alto. Non si può continuare a lavorare a cottimo stressando gli ospedali. L’Italia si attesta sotto la media sia per spesa pubblica che sanitaria. Nel libro troverete molti spunti e proposte in tal senso.
9. Parliamo un po’ di Lei, dottoressa. Come mai ha deciso di intraprendere la professione medica?
Nella mia famiglia c’è una storia familiare che ci racconta. Una scelta obbligata? Una scelta complessa? Certamente, ma viva e felice. La medicina oggi cambia verso attraverso l’uso di prassi e strumenti come la telemedicina e la teleassistenza. Anche in Italia bisogna progredire in tal senso, oggi è necessario molto più di ieri.
10. Lei è dottore di ricerca in Neuroscienze sperimentali e cliniche. In particolare si è dedicata allo studio sincronico di mente-cervello. Mi piacerebbe approfondire questo binomio che mette insieme…
L’uomo, il suo immaginario, la natura, l’ambiente, la genetica, i flussi di vita che si incrociano con la sofferenza e la bellezza della mente. Prima di tutto rimango una psichiatra. Mi sono occupata molto di schizofrenia e genetica; oggi si parla di genomica e nel nostro volume ci sono molte proposte che raccontano di questa innovazione come di quelle che ci riserverà l’Intelligenza Artificiale e la robotica. L’Area Vasta Smart sta attivando un percorso di bioeconomia di cui potremmo parlare in un prossimo incontro.
11. Ma chi è davvero Giuseppina Bonaviri, una super mamma di quattro figli o una super professionista che si dedica anima e cuore al suo lavoro?
Lasciamo che sia il lettore a scoprirlo.
12. Qualche anno fa si è avvicinata al mondo dell’associazionismo politico e alle liste civiche, entrando anche a far parte del Direttivo nazionale per la nascita del Partito democratico arrivando poi nel 2012 a candidarsi a sindaco di Frosinone, sua città d’origine. Cosa l’ha spinta ad abbracciare la politica?
La res publica, quella buona, fuori dalle collusioni e dai verdetti obbligati, fuori dai potentati. Questo è già vivere un futuro migliore. E poi essere donna, madre, femminista, ricercatrice, psichiatra, figlia d’arte, candidata sindaca indipendente, combattere perché l’equità, la parità, l’eguaglianza, i diritti, i valori, l’etica, il merito, il modello sociale sostenibile insomma diventi la traccia di un percorso nuovo intrinsecamente democratico di politica diversa, di apertura alle persone, di emozioni pure.
13. Il Suo impegno politico in quali progetti concreti si è tradotto, quali sono i punti su cui si batte maggiormente?
Rigenerare la buona prassi politica con modelli urbani replicabili e virulenti, tracciabili, etici, integrati, coesi alle persone reali ed con un approccio integrato che superi separatezze e sottoculture, pianificando sviluppo, social impact ed innovazione. Alcuni esempi progettuali di macroarea sono stati inseriti nelle prime pagine del mio volume.
14. Cosa è il gruppo Innovatori Europei – Giovani e Donne?
Una bellissima storia nata prima della consacrazione del Pd e che ha dato ossigeno ad un percorso innovativo e nella poi conclamata riforma di quote rose e doppie candidature a partire già dal primo statuto del partito. Erano i tempi dell’Associazione per il Partito Democratico di cui facevamo parte nel direttivo nazionale. Parliamo del 2004-2006. Parliamo di governance. Parliamo di serio riformismo progressista.
15. Un’ultima domanda prima di lasciarla al suo nobile lavoro. Come lo vede il mondo del futuro?
Oltre le attuali paure: con una messa a sistema del grandissimo patrimonio umano e culturale che ci caratterizza tutte e tutti noi italiani, come un filo conduttore, come un grande contenitore di beni fruibili senza punti interrogativi, senza metafore, senza opportunisti e sfruttatori, insieme. Questo è il futuro che il nostro popolo merita sul serio.