Il sonno della ragione genera mostri. Il ricordo della strage Sant’Anna di Stazzema suscita il pensiero anzidetto poiché non si può dimenticare questo orrendo eccidio nazifascista, tra i più gravi compiuti durante la Seconda guerra mondiale, che si consumò a Sant’Anna, frazione del comune di Stazzema, in provincia di Lucca.
All’alba del 12 agosto 1944, tre reparti della 16ª divisione Panzergrenadier «Reichs;führer-SS», che furono agevolati e accompagnati da bande di fascisti, circondarono il centro abitato, mentre un quarto si attestò più a valle, sopra il paese di Valdicastello, per bloccare ogni via di fuga.
Proprio agli inizi del mese, Sant’Anna venne dichiarata zona bianca dai tedeschi, ovverosia area in cui era possibile accogliere popolazione civile sfollata, in poco più di tre ore furono massacrate 560 persone, tra cui più di 60 bambini. L’eccidio rientrò nel quadro più ampio delle inaudite violenze nazifasciste perpetrate nell’area e che culminarono nell’eccidio di Marzabotto. I fatti di Stazzema di Sant’Anna sono rimasti ignoti fino a metà degli anni Novanta, quando finalmente venne scoperto, negli scantinati di palazzo Cesi-Gaddi a Roma, un armadio che conteneva ben 695 fascicoli su crimini di guerra commessi sul territorio italiano e nei Balcani durante l’occupazione nazifascista.
Il ritrovamento ha permesso di istruire il processo per l’eccidio di Sant’Anna che nel 2007 ha consentito alla Corte di Cassazione di confermare la condanna all’ergastolo, pronunciata nel 2005 dal tribunale militare di La Spezia, contro dieci ufficiali delle SS che comandavano i reparti. Ieri, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio nell’anniversario di questa strage in cui ha affermato giustamente che bisogna stare “attenti ai rigurgiti di odio e intolleranza e che non va mai dimenticato che la volontà di potenza può spingersi fino a produrre un’ideologia di annientamento di chi è diverso, estraneo, visto come potenzialmente nemico. Non va dimenticato-ha proseguito il Capo dello Stato – che quanti sottovalutano la violenza, alla fine se ne rendono complici. Non vanno ignorati rigurgiti di intolleranza, di odio razziale, di fanatismo che pure si manifestano nelle nostre società e nel mondo, a volte attraverso strumenti moderni e modalità inedite. La memoria degli eventi più tragici e dolorosi della nostra storia costituisce un richiamo incessante per le coscienze”.
“Il 12 agosto di 76 anni fa – continua Mattarella – le frazioni di Stazzema divennero teatro dell’oltraggio più disumano: l’eccidio di centinaia e centinaia di civili inermi, soprattutto donne, bambini, anziani, rifugiati. Fu una delle stragi più efferate compiute nel nostro Paese durante l’occupazione nazista per i numeri spaventosi del massacro, per la crudeltà con cui gli uomini delle SS si accanirono sui corpi privi di vita, per lo scempio del rogo nella piazza di Sant’Anna”.
Il presidente ha ricordato che “oggi è giorno di raccoglimento e di memoria per la Repubblica” e che “un forte, indissolubile sentimento di solidarietà ci unisce ai sopravvissuti, ai familiari di chi è stato ucciso senza pietà, ai cittadini di Stazzema che hanno ricostruito la comunità, sopportando il dolore e conservando il ricordo”.