Ieri è stata la giornata internazionale che commemora le vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo. L’espressione della propria fede non dovrebbe essere accompagnata da atti di violenza in nessuna parte del mondo. L’intolleranza verso religioni o fedi diverse porta ancora al conflitto, violando i diritti umani.
L’articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE afferma che ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione. Questo diritto include la libertà di manifestare o persino cambiare religione o credo, nell’adorazione, nell’insegnamento, nella pratica e nell’osservanza. Tutti gli individui hanno il diritto di praticare la loro fede da soli o in comunità con altri in pubblico o in privato.
Tuttavia, in molti luoghi del mondo, la religione o il credo sono ancora fattori di discriminazione che portano a conflitti. Gli individui cadono vittime in base alla religione che praticano o al credo che condividono, così come alle loro comunità o minoranze religiose in tutto il mondo. Purtroppo, il volume e l’intensità di tali crimini stanno aumentando, assumendo proporzioni di natura criminale e spesso con un impatto internazionale.
Con la pandemia COVID-19 sono emerse più barriere alla tolleranza. Le teorie del complotto e il capro espiatorio delle comunità religiose e di credenze sono aumentate, allontanando sempre di più le persone. La promozione dell’odio e dell’intolleranza si traduce spesso in atti di violenza, lasciando le minoranze religiose più vulnerabili.
Oggi, in occasione della Giornata internazionale che commemora le vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo, è importante rendere omaggio alle vittime. I loro diritti non sono stati rispettati e sono stati oggetto di azioni criminali che non trovano posto ai nostri giorni, almeno su carta. Osservare i crimini in nome o a causa della religione sta attaccando la fibra delle nostre società, costruita sui diritti universali, e sfidando la nostra capacità di accettare ciò che è diverso.
La tolleranza e l’accettazione sono due denominatori che vanno di pari passo. Riconoscere i diritti e le convinzioni degli altri importanti come i nostri deve essere un obiettivo per raggiungere un mondo più pacifico e rispettoso.