La riforma fiscale per il momento può attendere e Gualtieri in audizione in Parlamento ci ha fatto sapere che si realizzerà in tre anni. Il ministro dell’Economia è intervenuto in commissione Bilancio prima del previsto voto in Senato sulla Nota di aggiornamento al Def e, in questa occasione, ha delineato i contenuti economici su cui si baserà la prossima finanziaria. Allo stato attuale le stime prevedono un calo del Pil del 9% nel 2020, èer poi ottenere un +6% nel 2021 ,del 3,8% nel 2022 e del 2,5% nel 2023. Il Pil in Italia dovrebbe ritornare ai livelli pre-Covid solo nel terzo trimestre 2022. Tutto ciò è subordinato al fatto che si riesca a contenere la seconda ondata del virus che consentirà di dare un forte impulso alla vita economica.Roberto Gualtieri è stato parzialmente ottimista per un “scenario prudente”, che potrebbe migliorare o peggiorare sulla base delle capacità del Paese di “contenere il virus”.Nel corso dell’audizione il ministro dell’economia ha fornito nuove anticipazioni sulle misure che il governo intende adottare per dare un’ulteriore spinta al Prodotto interno lordo. Così ha indicato la road map per la riforma fiscale, che sarà messa in campo nell’ambito di un periodo “triennale attraverso una legge delega”. Il governo farà un primo provvedimento che è quello dell’assegno unico per i figli e che questo esecutivo intende approvare già nel 2021, mentre la riforma dell’Irpef sarà resa operativa dall’inizio del 2022. Nel frattempo in favore delle imprese che sono fortemente colpite dalla crisi si sta studiando la proroga della moratoria sui crediti. “Stiamo riflettendo e valutando un ulteriore prolungamento rispetto alla scadenza fissata al 31 gennaio”, ha affermato Gualtieri. Tutti gli oneri che derivano da queste misure e le altre già previste per sostenere i settori in crisi a causa del coronavirus saranno ottenute con un ulteriore scostamento di bilancio. Il ministro Gualtieri ha affermato che questa ultima decisione è coerente con la clausola prevista dalla Commissione Ue che anche nel 2021 “consente agli Stati membri di perseguire politiche di sostegno mirate e temporanee preservando la sostenibilità di bilancio a medio termine”. Complessivamente secondo Gualtieri “l’insieme delle misure contenute nella legge di bilancio determinerà nel 2021 un’espansione fiscale calcolabile in 1,3 punti percentuali di Pil, che sono circa 24 miliardi di euro, e che porteranno l’obiettivo di deficit al 7%.Tale espansione si ridurrà nel 2022 per consentire una graduale riduzione del deficit”. Questi tendenza positiva ,afferma Gualtieri, potrebbe migliorare ancora qualora si riuscisse a contenere la seconda ondata del virus non tenendo conto dell’impatto “crescente e positivo sul Pil” degli investimenti che arriveranno con il Recovery fund, stimabili in 2 punti percentuali entro il 2026. Le previsioni sull’andamento del Pil nel prossimo triennio su cui è imperniata la Nadef, infatti, “sono piuttosto prudenti” e si basano “su un moltiplicatore contenuto, non considerano le riforme del Pnnr o l’impatto del piano sul contenimento degli interessi sul debito”.Dal governo si nutre una speranza che “le misure di monitoraggio e di contrasto dell’epidemia unite all’attenzione e alla cautela da parte di tutti noi e la capacità di dispiegare una rete di protezione economico-sociale come quella finora messa in campo consentiranno di limitare ricadute negative sull’attività economica”. Peraltro l’aumento dei casi da Covid-19 osservato da fine settembre era già stato previsto dal governo e ,quindi,chiarisce Gualtieri che “Il nostro -9% si basa su una riduzione della crescita nel quarto trimestre e quindi già sconta un aumento dei contagi che noi davamo per scontato in autunno. Nello scenario peggiore è incorporato un aumento molto forte dei contagi con restrizioni in Europa molto marcate, che oggi non è lo scenario più probabile, e in quel caso la nostra stima è -10,5%. Le nostre informazioni ci dicono che comunque la prospettiva di una diffusione dei vaccini abbastanza ampia entro la prima metà dell’anno prossimo è molto alta“. Si rende necessario , comunque, in un contesto di gravissima crisi una progressiva riduzione delle tasse per evitare un disastroso effetto depressivo su tutte le attività economiche. “L’anno prossimo si ridurranno – garantisce Gualtieri ai parlamentari – ci sarà a regime per 12 mesi la riduzione sostanziale dell’Irpef attraverso l’estensione annuale della riduzione del cuneo fiscale che quest’anno è partita a luglio, e ci sarà la fiscalità di vantaggio per il Sud per tutto l’anno. Già questi due elementi determineranno una riduzione delle tasse”. Il ministro si pone l’obiettivo di rendere operativo il “modulo principale” della riforma del fisco (l’Irpef) a gennaio 2022 e,infine, ha espresso anche un ringraziamento a “quei contribuenti che anche nei mesi peggiori della pandemia hanno continuato a versare i propri oneri fiscali e contributivi anche se avevano diritto alla sospensione”. Questo sforzo dei contribuenti fedeli nell’assolvimento dell’obbligo fiscale ha consentito un miglioramento delle stime sul deficit previste in precedenza dal Def e portato ,così, ad un andamento delle entrate “migliore del previsto” per “circa 6,9 miliardi”.