Da qualche settimana il capitano Matteo sembra rinsavito, più calmo e pacato nei toni nonché assai prudente sui contenuti. Probabilmente anzi sicuramente è emersa una posizione diversa all’interno del gotha della Lega ormai largamente preoccupata della perdita costante di popolarità dopo il successo delle elezioni europee. Dopo il lookdown è cambiato tutto e sembra che il vice Giorgetti che ,per un periodo è andato sull’Aventino, dopo il clamoroso risultato di Zaia si sia imposto nel confronto interno facendo prevalere una linea assolutamente permeata da moderazione per riconquistare una centralità nel centro destra perduta a favore di Giorgia Meloni e persino riconquistata dal redivivo Berlusconi. Non basta avere alte percentuali per conquistare il ruolo di capo della coalizione bisogna dimostrare acume e lungimiranza, bisogna saper modulare la politica a secondo le circostanze e i momenti. Il Paese infatti appare sfiancato dalla crisi del covid ed è stanco di sentire grida d’allarme e frasi altisonanti, senza nessuna parola di fiducia e senza uno straccio di proposta alternativa per reperire risorse. Mentre adesso l’Europa ci darà un poderoso aiuto per ripartire e così Salvini ,dopo un’iniziale sconclusionata critica sul Recovery Fund, si è placato comprendendo di non avere nulla di dire su questi aiuti. Rimane solo la posizione di bandiera e ideologica contro il Mes da issare paventando sempre lo spauracchio della Troika dietro l’angolo. Ora si va verso una ricollocazione persino della Lega nel Parlamento europeo che in tal modo si allontana sempre più dalle destre estreme sovraniste e dalla democratura putiniana. Il clima sta cambiando e Trump che aveva aperto quattro anni fa questa stagione del nazionalismo,oggi è in grande difficoltà, a pochi giorni dall’election day viene dato dai sondaggi perdente nella gara con il democratico Biden. Allora Matteo ha accettato l’idea di guardarsi attorno e cambiare politica per evitare di rimanere isolati nel contesto mondiale ed europeo . Si tenta una clamorosa conversione cercando di stringere un’alleanza con il gruppo del Partito Popolare anche se questo tipo di avvicinamento appare assai complicato per la netta opposizione della Merkel dopo tutti i problemi che ha creato l’ungherese Orban. A fare da contorno negativo di perdita di credibilità vi sono le numerose inchieste giudiziarie a carico di leghisti che rischiano di essere “un cappio al collo” dei verdi padani. Tempi duri per Matteo Salvini primo nei consensi elettorali e tuttavia costretto a risalire la china di una politica che non convince e che non rappresenta più gli umori del suo stesso elettorato.